l'Origine
Gli Ostrogoti hanno avuto un ruolo rilevante nella formazione della Langobardia prima e dell'Italia moderna poi. Infatti, una parte di essi fondò il suo ultimo e più importante regno nella penisola italiana. La storia ufficiale di questa parte del popolo Ostrogoto ha un arco temporale tuttavia limitato, che va dall'anno 451 d.C., anno in cui il re Valamiro comandò la sua armata ai Campi Catalaunici in Gallia, dove il 20 giugno Attila era definitivamente sconfitto dai Romani, sino all'anno 552 d.C., quando l'ultimo re Teia venne ucciso alla battaglia del Vesuvio combattuta e persa contro i Bizantini. La nascita del popolo Ostrogoto non ha fonti certe, la sua formazione iniziò almeno un secolo prima l'ingresso ufficiale nella storia, quando gli Amali, re leggendari del passato di tutti i Goti, si riaffermarono signori di tutti quei Goti che erano rimasti nelle terre natie seppur accettando il dominio degli Unni. Gli Amali riconquistarono l'autorità fra le proprie genti attraverso quel meccanismo precedentemente descritto di assimilazione, che verrà messo in atto anche al momento del loro ingresso in Italia.
Infatti, i Goti, essendo il popolo più importante assoggettato agli Unni, riuscì a mescolarsi con successo con il popolo dominante: la lingua gotica era divenuta lingua franca per le genti multietniche dell'Impero Unno, Goti e Unni si scambiavano giuramenti di fedeltà, i Goti adottavano i costumi degli Unni, come quello di praticare la deformazione del cranio, e gli Unni prendevano in mogli le donne gote. Tuttavia, i Goti giuravano segretamente di riconquistare la libertà perduta e questa promessa era osservata al di sopra di tutte le altre. L'ambiguità del rapporto tra Goti ed Unni è dimostrata dalla storia delle haliurunnae, streghe che il re goto Filimero avrebbe esiliato nei secoli passati e che si sarebbero accoppiate con gli spiriti maligni delle steppe generando gli Unni.
Wolfram spiega che questa leggenda unisce tre episodi della storia gotica: il primo avvenuto nel 200 d.C., il secondo alla fine del IV secolo d.C., quando il nemico insuperabile veniva considerato demoniaco, il terzo rifletteva invece il progressivo imparentarsi dei due popoli
La nascita di un popolo - I Goti Pannonici
La battaglia dei Campi Catalaunici nel 451 e la successiva morte di Attila presentarono ai Goti l'opportunità di riconquistare la perduta indipendenza. La maggioranza dei figli di Attila erano infatti tornati con le rispettive tribù nel Bassopiano Sarmatico, tra Ucraina e Russia Meridionale, mentre altre tribù avevano chiesto accoglienza all'Impero Romano. Allo stesso modo si comportarono i popoli germanici ed iranici che fino a quel momento avevano gravitato all'interno dell'ex Impero Unno. Gli Ostrogoti, genericamente Goti d'Oriente, erano divisi in diversi popoli governati per lo più da dinastie Amale. In questo contesto caotico l'Amalo Valamiro raccolse intorno a se i Goti Greutungi, originari delle steppe del Mar Nero ad est del fiume Dnestr nell'odierna Ucraina, ed i Goti Tervingi, originari invece della Pianura Danubiana ad ovest del fiume Dnestr, nell'odierna Moldavia. Valamiro poté contare su una forza sufficiente per trattare con l'Imperatore di Bisanzio lo status di foederati per il suo popolo nel 457 d.C.. I foederati erano alleati dell'Impero Romano, che prestavano attività di sorveglianza dei confini in cambio di terre da sfruttare e di un compenso annuale per il sostentamento delle truppe. Valamiro aveva, inoltre, due fratelli, Teodimiro e Vidimiro, anch'essi signori di Ostrogoti, i quali riconoscevano Valamiro come loro signore supremo ed insieme disponevano di un esercito forte di 18000 guerrieri. L'Imperatore concesse loro le terre che corrispondono all'odierna contea di Somogy, nell'Ungheria sud-occidentale, e all'area nord-orientale della Croazia, compresa la Slavonia. Tali regioni erano parte dell'antica provincia romana della Pannonia.
Appena insediati nelle nuove terre gli Ostrogoti che chiameremo adesso della Pannonia subirono l'attacco degli Unni, che ricercavano i Goti 'traditori' per sterminarli e ridurli in schiavitù. Valamiro e i suoi fratelli resistettero all'attacco e gli Unni furono respinti nelle steppe. Secondo la leggenda il giorno in cui la notizia della vittoria fu portata a Teodimiro, sua moglie Ereleuva-Erelieva diede alla luce Teodorico.
Le Guerre di Sopravvivenza
- Le imprese del re Valamiro
Essendo i Goti impegnati con gli Unni, Leone I, Imperatore di Bisanzio, pensò di venir meno alla parola data con il foedus stipulato con Valamiro e sospendere i pagamenti. Dopo due anni di respingimento delle richieste di pagamento dei Goti, questi mossero guerra. Valamiro ebbe in questa occasione una facile vittoria: attraversò veloce i Balcani dove assediò con successo numerose città e giunse fino in Epiro, odierna Albania, di cui conquistò la capitale, Durazzo. L'Imperatore Leone chiese ed ottenne la tregua pretese, però, in cambio del rispetto dei patti stipulati in passato che Teodorico bambino fosse portato in ostaggio alla corte di Costantinopoli, dove rimase per dieci anni.
La pace con l'Imperatore fu tuttavia solo temporanea. Infatti, nel 467 d.C. il greco Antemio, generale dell'esercito bizantino, divenne anche Imperatore d'Occidente. Egli riteneva i Goti il massimo pericolo per la sopravvivenza dell'Impero e pertanto organizzò delle guerre contro di loro. Vista la posizione strategica in cui si trovavano i Goti Pannonici spinse gli Svevi, foederati dell'Impero, a muovere loro guerra mentre questi erano impegnati a respingere un'altra orda di Unni guidata da Denzigich figlio di Attila. Tuttavia, l'intervento inaspettato dei Visigoti in aiuto dei fratelli della Pannonia impedì agli Svevi di arrecare ulteriori danni. I Visigoti, i Nobili dei Goti perchè non avevano accettato il giogo degli Unni, erano stanziati ad Occidente e Tolosa era la capitale del loro regno. Antemio corruppe allora gli Sciri, che attaccarono nello stesso anno; Valamiro morì nel corso di una battaglia contro questo popolo, ma riuscì a condurre comunque i suoi Goti Pannonici alla vittoria.
- L'alleanza dei popoli fratelli
Teodomiro succedette al fratello Valamiro in qualità di signore assoluto degli Ostrogoti di Pannonia. La pace, tuttavia, non era assicurata perché Antemio intendeva condurre a termine il suo piano di sterminio, stavolta diretto contro tutti i Goti che abitavano le terre dei due Imperi. Pianificò un attacco simultaneo sia contro i Visigoti che contro gli Ostrogoti: i primi sarebbero stati attaccati a nord da Alani, Burgundi, Franchi, mentre a sud avrebbero incalzato le truppe Sveve e Romane, i secondi sarebbero stati attaccati ad est da Svevi di Unimundo, Rugi, Eruli, Sciri, Sarmati e Gepidi. L'Imperatore di Bisanzio inviò, inoltre, un esercito ad oriente per attaccare alle spalle gli Ostrogoti. Per questi il conflitto si risolse in una sola battaglia di annientamento nei pressi del fiume Bolia, sul confine Ungaro-Slovacco, da cui gli Ostrogoti emersero vincitori. Sul fronte occidentale i Visigoti, anticipando, invece, il congiungimento degli avversari, li sconfissero uno alla volta e si diressero poi con successo contro le forze che provenivano dalla penisola iberica. La sconfitta fu lampante e Leone I non poté far altro che richiamare le sue truppe dai Balcani e rimandare in patria Teodorico, insieme a numerosi doni di risarcimento per la sua gente.
Wolfram 'Storia dei Goti', 1979, pp. 431-465
(in arancio i confini dei Goti all'interno dell'Impero Unno)